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GIOCARE CON IL FUOCO

Opere di
Raffaele Avella

09/10/2015 - 29/10/2015

L’avventura creativa di Raffaele Avella è stata vissuta fin dall’inizio all’insegna di un eclettismo curioso e spensierato, essenzialmente ludico, il cui comune denominatore mi sembra l’attrazione per i materiali: sotto forma di supporti bizzarri e originali utilizzati per la pittura o per l’installazione, o di “oggetti ritrovati” che spesso, come nella collettiva “Aesthetica” tenutasi a Nola pochi mesi fa, contraddicono la loro vocazione funzionale per essere riassemblati sotto forma di elementi modulari di quadri astratto-geometrici, che strizzano l’occhio con ironia sia al New Dada che a Malevic. 
Con la sua ultima produzione, ancora più libera da schemi prefigurati, Avella precisa a se stesso quella passione originaria allargando il campo delle sue sperimentazioni fino all’utilizzo di pannelli di plexiglas, di ovali di legno ustionato e colate di paraffina. 
 L’idea centrale  che si è fatta strada, a questo punto, è quella di “giocare con il fuoco”: la combustione, appunto, che sortisce effetti quasi sempre imprevedibili per l’artista stesso. Ed è infatti sorprendendosi da solo, a cose fatte, che egli ci invita a scorgere  nelle curvature occasionali subite dal plexiglas liquefatto, assieme alle strane impronte lenticolari che si disegnano sulla superficie di contorno, una riproduzione su scala dei buchi neri e delle galassie osservabili nelle illustrazioni delle riviste di astrofisica.
 Qui il gioco citazionista ci rimanda, a differenza che in passato,  alla tradizione più celebre e istituzionale  dell’informale pittorico: al Burri delle combustioni, per l’appunto, così come al dripping di Pollock. Mentre è ugualmente  interessante, per i pannelli in legno nero e le colate di paraffina, tracciare un parallelo con la pittura aniconica italiana degli anni ’90: al rigore calligrafico di Domenico Bianchi (per le cere) ed al severo minimalismo di Nunzio (per il legno) si sostituisce un piglio molto più anarchico ed estroverso, ancora pervaso dall’entusiasmo dell’apprendista che si diverte a sondare ogni possibile declinazione del visibile e del percepibile, divertendosi a riplasmare a proprio modo, col filtro della propria sensibilità esuberante,  quel vasto repertorio di immagini che la sua lunga militanza di art addicted gli ha consentito di immagazzinare ed elaborare nel tempo.

 

Testo di
Emiliano D’angelo
Per la personale di Raffaele Avella (giocando con il fuoco)
Ottobre 2015 - Spazio Amira

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